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.. oltre la tecnologia del tempo

Aggiornamento: 9 dic 2018

Grandi risultati con l'utilizzo di poca energia


Una particolarità che distingue la Valle dei Mulini di Gragnano da altri luoghi Medioevali anche più imponenti.


Qui otto secoli fa, la capacità e l'ingegno umano costruì un imponente sistema idraulico/meccanico che funzionava a ciclo continuo e senza consumare l'energia che utilizzava. Da tenere presente che la disponibilità di acqua per tutte le macine dei vari mulini era quella che poteva contenere al massimo il canale acquedotto. Con questa minima quantità di acqua a disposizione si riuscì a realizzare un distretto industriale già nel 13° secolo.


E’ un aspetto tecnico molto importante che ci riporta a coloro che pensarono e poi realizzarono un imponente sistema idrico in grado di far funzionare molti mulini pur disponendo di poca acqua alla sorgente e dovendoli disporre su un territorio con una pendenza media del 5%.

Per far funzionare un mulino ad asse verticale (ruota orizzontale) c'era bisogno di alcuni fattori strutturali da cui non era possibile prescindere, in primis l'altezza della Torre (serbatoio) che conteneva la “colonna d'acqua” da cui scaturiva la pressione alla sua base, che poi era la forza di impatto sulla ruota dell’acqua che girando trasmetteva la rotazione alla macina al piano superiore tramite l’asse verticale.


Teniamo presente che nei primi mulini oltre alla far girare la macina la pressione dell’acqua serviva anche per compensare gli attriti del sistema di funzionamento dell’epoca. Poiché la pressione è in funzione della altezza e dalla quantità d’acqua, questo spiega le grandi dimensioni delle prime Torri/serbatoio. Con il passare dei secoli la tecnica fece passi avanti e con l’utilizzo di nuovi materiali si erano notevolmente ridotti gli attriti e per il sistema di macinazione non era più necessario disporre di grandi quantità d’acqua, ecco perché le Torri aggiunte successivamente ai mulini preesistenti sono di dimensioni più ridotte e in alcuni casi si fece anche a meno della Torre, facendo girare la ruota con la forza dell’acqua in caduta verticale.


L’intero sistema idraulico della Valle era composto da una serie di mulini in sequenza e la distanza tra loro non era uniforme ma era data dalla morfologia del luogo e dalla necessità di fare in modo che potessero essere alimentati dall'acqua proveniente dal mulino precedente, questo significa che la sommità della Torre doveva essere ad un’altimetria minore del locale più basso del mulino precedente.


Per realizzare questo collegamento tra i mulini fu costruito un acquedotto che è il vero capolavoro dell’intera Valle, un canale artificiale che con una pendenza controllata e una capacità di portata non inferiore alla quantità di acqua utilizzata per far girare la macina.

Con le dimensioni dei canali e dal foro di uscita dell’acqua (22 cm di diametro) confrontati con la capacità volumetrica della Torre (circa 60mila litri), sappiamo che ci fossero in circolo almeno 10 mcubi al minuto (10.000 litri al minuto).


Prendiamo in considerazione i 120 metri di quota tra il Presepe di Gragnano e il Mulino Forma, furono costruiti 12 mulini ad un dislivello medio tra loro di 10 metri. Mediante un mulino è alto otto metri dal piano della carceraria alla sommità della Torre, la differenza (2 metri) era la pendenza necessaria del canale per far arrivare l’acqua nel mulino successivo.

Il raddoppio della produzione di macinato (fine 17° secolo) comportò l'aggiunta di una seconda macina in quasi tutti i mulini e per questo fu necessario anche aumentare la capacità di trasporto del canale. Ma quasi ovunque provvidero a farne un altro sulla stessa struttura precedente.

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