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​Non si tratta solo un'opera idraulica funzionale, ma anche un simbolo del profondo rispetto che i nostri predecessori avevano per l'acqua, elemento vitale per la sopravvivenza e la fertilità. Il principio di funzionamento in serie dei mulini, era valido perché l'uscita dell'acqua alla base di un mulino, come nuova posizione, poteva sfruttare un successivo salto geodetico per il mulino più basso di quota e così di seguito per tutti gli altri a posti più a Valle. La somma dell'energia potenziale dei vari salti geodetici, era l'energia totale disponibile, in successione e in aliquota, per ogni salto, di tutti i mulini. La produzione globale di macinato, nei fatti, era la somma del lavoro che per varie volte e in maniera sequenziale, faceva sempre lo stesso quantitativo di acqua. Non valeva per i mulini di Gragnano il detto acqua passata non macina più. 

Per comprendere al meglio il funzionamento del sistema idraulico della Valle dei Mulini, bisogna tenere presente che il tutto fu possibile grazie alla sorgente FORMA che si trova sul corso del torrente Vernotico e ad una pendenza ottimale del territorio su cui fu possibile con accorgimenti tecnici costruire una serie di mulini azionati dalla pressione generata dall’acqua in enormi serbatoi (pozzi fuori terra) che erano parte integrante e funzionale dei Mulini stessi.

Pendenza della Valle

L'Acquedotto della Valle è senza dubbio un capolavoro dell'antica ingegneria idraulica, un esempio della capacità umana di interagire con l'ambiente utilizzando risorse naturali, anche se ad un turista distratto può sembrare come un elemento accessorio in servizio ai mulini. I canali tra le pareti rocciose circostanti e la complessità del sistema nel suo insieme suggeriscono una conoscenza approfondita delle tecniche idrauliche non certo di secondo piano per coloro che prima pensarono e poi realizzarono il principale capolavoro dell'intera Valle. Dalla pendenza utilizzata, dalla tipologia di costruzione e dall'ottimizzazione degli spazi, ci porta a ritenere che almeno per i primi nove Mulini si trattò di un progetto unico.

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Sistema idraulico della Valle
Acquedotti
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Disegno del territorio di Gragnano, ottenuto sezionando le curve di livello lungo la valle del Vernotico. Tesi di Laurea arch. Antonio Giordano e arch. Antonio Sbrizzi 35 anni fa, con graphos a china. 

Fu la pendenza naturale del territorio l'elemento cardine su cui poggiava l'intero sistema idraulico della Valle dei Mulini. La forza di gravità faceva scorrere l'acqua da un mulino all'altro dopo che aveva dato moto alla macina e per questo motivo furono realizzati una serie di canali una pendenza controllata che faceva da raccordo tra i vari mulini, riempendo le Torri e prelevando l'acqua in uscita per farla arrivare al mulino successivo più a valle. Il mulino seguente veniva costruito in una posizione che teneva conto dell'altitudine (dislivello) dal mulino precedente e del tratto su cui era costruito e non dalla sua distanza. Questo spiega anche perché la distanza tra i mulini non è uniforme.  

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