... e mi mancano i mezzi per descrivere tutto questo ...
Wolfgang Goethe, nel suo capolavoro Viaggio in Italia, (1786 - 1788) si rammaricava di non poter rappresentare (non era un pittore) al meglio la bellezza dei luoghi che visitava ....
Ma di quello splendore artistico si trova traccia ovunque, soprattutto nei musei dove sono conservati, oltre i reperti archeologici, i dipinti di Giacinto Gigante e degli altri artisti della Scuola di Posillipo, che rimandano a noi le immagini della Valle dei Mulini di Gragnano di quel tempo.
Gran Tour d'Italie
Gragnano è sempre stata metà dei viaggiatori del Grand Tour, antesignani dei moderni turisti. Persone benestanti che consideravano la loro educazione culturale non completa se non avessero visto le opere d'arte classiche e rinascimentali che abbondavano nella penisola italiana. Anche se tra il settecento e l’ottocento l'Italia era instabile politicamente divisa da tanti stati autonomi, di dominazione straniera e anche pericolosa per la presenza di un diffuso brigantaggio. Gragnano era favorita dalla posizione geografica a pochi chilometri dalle mete preferite di Napoli, Paestum, Castellammare, Pompei, Sorrento e sulla strada di collegamento allora una semplice mulattiere tra le due costiere della penisola Sorrentina. Di Gragnano si ammirava soprattutto la natura e i suoi paesaggi L'abbondanza di antichi prodotti agricoli strettamente legati alla fertilità del suolo cosparsa di elementi piroclastici del Vesuvio che donavano sapori indimenticabili. Questi viaggiatori erano spesso artisti che si accompagnavano a disegnatori e pittori che permetteva loro di portarsi a casa gli scorci panoramici più significativi da mostrare poi ai loro concittadini destando ammirazione e alimentando lo spirito di emulazione. Sui sentieri delle nostre montagne in primis nella valle di Gragnano, cosi era chiamata fino a pochi decenni fa quella che oggi è la Valle dei Mulini, non era difficile incontrare questi turisti che girovagavano alla ricerca di angoli più suggestivi.
Giuseppe Di Massa
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