il "tummolo"
- Pietro INGENITO
- 8 feb 2020
- Tempo di lettura: 3 min
Aggiornamento: 2 gen
Non è semplice capire quanto fosse la capacità produttiva di un mulino della Valle, perché non conosciamo alcuni dati relativi alla velocità delle macine e non sappiamo se lavoravano o meno senza interruzione, si può quindi fare delle ipotesi più o meno verosimili che andranno confermate solo quando sarà possibile consultare documenti in merito sempre ammesso che ci siano.

Quello che invece sappiamo di certo è che prima dell'introduzione del sistema metrico decimale veniva utilizzato il "tummolo" che era l'unità di misura del volume (usata principalmente in agricoltura) con la quale veniva misurata la quantità dei cereali o altri prodotti che si vendevano o scambiavano le varie comunità. Ma il "tummolo" non aveva ovunque lo stesso valore, in quanto cambiava a secondo dell’area geografica in cui veniva utilizzato.
Fin dall'epoca "comunale" le diverse realtà locali realizzarono proprie unità di misura e furono utilizzate nel corso dei secoli nelle diverse zone del territorio italiano. Pur avendo spesso nomi simili, ebbero valori molto diversi tra loro. Nel corso dei secoli, le mutazioni di confini portarono a riunire sotto la stessa amministrazione unità di misura eterogenee con ovvie problematiche per dazi, tassazioni e commerci; rari e poco fruttuosi furono alcuni tentativi di unificare le varie unità di misura. Nel corso del XIX secolo le unità di misura locali vennero progressivamente sostituite dal sistema metrico decimale (SMD)
Una precisazione importante:
Il Tummolo (Tomolo) veniva utilizzato anche come misura di superficie agraria e può capitare di incontrare persone che ne conoscono solo questo utilizzo ignorando che fosse anche misura di volume.
Facciamo chiarezza dicendo che sono vere entrambe le versioni.
Ciò era dovuto al fatto che nel passato i terreni venivano misurati in base a quanto era possibile seminarvi sopra, quindi un Tummolo di grano misurava la superficie seminata.
I terreni incolti non avevano valore e quindi non c'era bisogno di nessuna misura. Oggi risulta difficile immaginare una cosa del genere, in quanto il terreno non serve solo all'agricoltura ma viene utilizzato per altri scopi più redditizi.
Ma nel passato era cosi.
Dopo anni di ricerca siamo riusciti ad avere informazioni abbastanza precise sulla conversione del Tomolo in peso.
Per misurare facilmente le granaglie (grano, granturco, orzo, avena, miglio, segale, riso, etc), si utilizzavano dei contenitori di legno che venivano riempiti di cereali fino al colmo. Queste misure venivano usate nel baratto, oppure per il pagamento di una prestazione di lavoro:

Le quattro misure: tomolo; mezzetto; coppa; cartuccia.
Questi contenitori misuravano il volume e non il peso, ne consegue che una coppa colma di grano aveva un peso espresso in kilogrammi differenti da una coppa di colma di mais o di orzo per via del diverso peso specifico degli alimenti. Nel caso del grano avendo peso specifico pressa poco pari ad un kg le misure corrispondenti erano le seguenti :
Cartuccia = circa 3kg
Coppa = 4 misure da 3kg = 12kg
Mezzetto = 2 coppe = 8 misure = 24kg
Tomolo = 2 mezzetti = 4 coppe = 48kg
A prima vista un "tinello" in legno, un semplice contenitore che passa inosservato per chi non ne conosce l'uso e la storia. È invece una "COPPA" (sottomultiplo), un quarto del "Tomolo" (tummul in dialetto napoletano) la misura in volume e non in peso utilizzata fino al 1871, quando anche in Italia fu introdotto il sistema metrico decimale che utilizziamo oggi.
Un oggetto in buono stato di conservazione costruito quasi certamente nel 1845 come si legge bene da una scritta su targa metallica. Dice molto questo oggetto.
Il rivestimento in metallo del bordo superiore era fatto per evitare che il continuo utilizzo potesse consumarlo e quindi falsare la quantità contenuta, allo stesso scopo anche barretta piatta superiore che permetteva di riempirlo "a raso" evitando cunette di prodotto in eccesso ma anche incavi di prodotto in meno. Per evitare poi che questa barra potesse piegarsi al centro, era fissata con un tondino in ferro al fondo del contenitore.
Oggi può sembrare eccessiva questa "pignoleria" ma non dobbiamo dimenticare che nel passato la carenza di prodotti soprattutto alimentari era un problema enorme. Trattandosi poi di uno strumento di misura doveva necessariamente essere molto preciso.
Questa è la nostra storia e il nostro passato e dovrà essere fruibile da tutti, speriamo che quanto prima si faccia il Museo della Pasta.
Sto studiando altri oggetti e anche antiche foto, ci saranno altre sorprese. La storia è nei dettagli e tutto ciò che viene scoperto oggi esisteva già prima.
Un altro tassello importante del nostro passato che viene alla luce.










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