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Pietro INGENITO

Un territorio colmo di STORIA

Nel X° secolo Gragnano e il suo circondario facevano parte del territorio del Ducato di Amalfi che per meglio difendere il confine Nord dalle scorrerie dei Longobardi e dei Saraceni aveva costruito una serie di strutture difensive: Il Castello di Lettere e quello del Pino ma anche fortificato (Oppidum) come Gragnano e Piemonte. L'Oppidum di Gragnano divenne poi Castello nel secolo successivo forse ad opera dei Normanni, nuovi signori di Amalfi e poi tutta l'Italia meridionale.



Il Borgo medievale di Pausarano, oggi in Caprile come tutti i Borghi dell'epoca era stato costruito con stradine strette ad angolo retto che rallentavano l'avanzata di eventuali aggressori. Si trovava alla fine di due mulattiere, una proveniente dalla zona di San Leone, l'altra Dalla Valle dei Mulini con confluenza del Torrente proveniente da Pimonte e dall’affluente proveniente dall’imbuto, al tempo conosciuto come Sorgenti delle Bolle, oggi anche Butto dell'acqua.


A poca distanza da questa confluenza, oggi località Calcara vi era stato il primo tratto delle Mura dell'Oppidum con alte porte e vari ingressi presidiati. Questa cinta di mura fu descritta dallo storico amalfitano Francesco Pansa (storia dell’antica Repubblica di Amalfi 1724) che però la ritenne non più esistente. Come invece è possibile constatare, tratti delle Mura sono tuttora esistenti salendo verso la Torre dei massi passando in prossimità di un insediamento rupestre di varie Grotte e incontrando anche i Ruderi di una chiesetta con abside dedicata a Santa Maria Egiziaca. Un luogo quindi ricco di Storia.

I Saraceni che avevano un importante base navale ad Agropoli risalendo la costa notarono un piccolo fiume che sfociava nel Golfo di Castellammare (l'attuale Rivo di Gragnano che del territorio stabiese diventa Riva San Marco e nel primo tratto di Gragnano è chiamato Vernotico), decisero di risalirlo convinti di trovare un borgo da saccheggiare e forse intenzionati a raggiungere Amalfi attraverso i sentieri che dalla Valle portavano all’altro versante dei monti Lattari. Giunti alla confluenza dei due torrenti forse attirati dal fumo dell'abitato sovrastante imboccarono la mulattiera che portava verso Caprile e Aurano. Giunti sul Borgo furono affrontati dai residenti e forse dalla guarnigione di un presidio Amalfitano e sterminati. I sopravvissuti si diedero alla fuga e non tornarono mai più in quest'area. Il luogo fu soprannominato Carneficina che col tempo diventò poi in Carnicella. Una descrizione della Battaglia la trovate in Matteo Camera, Memorie Storiche Diplomatiche dell'antica Città e Ducato di Amalfi 1876.


L’antico sentiero che della Valle portava a Caprile ha perso poi la sua importanza e ancora in questa foto dei primi del Novecento si vedono i gradini all'inizio del percorso perpendicolare alla strada della Valle, poi spostata in aderenza al costone roccioso per far posto a una piccola costruzione.

Accendendo i riflettori su questa rievocazione forse si potrebbe salvare in extremis l’antico sentiero, un elemento importante nella nostra storia medievale.

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